Con la risposta ad interpello n. 590 del 2021 l’Agenzia delle Entrate torna ad occuparsi del lavoro in smart working svolto in Italia confermando l’inapplicabilità delle retribuzioni convenzionali previste per i dipendenti operanti all’estero. La risposta, in linea con l’interpretazione restrittiva già precedentemente adottata dalle Entrate, potrebbe essere considerata eccessivamente rigida, ma in realtà in tema di smart working e lavoro prestato all’estero sembra estremamente complesso riuscire a gestire tutte le possibili implicazioni della disciplina solo mediante l’interpretazione della legislazione domestica.
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