Lavoro e Previdenza Fondazione Studi

Il lavoro autonomo nel post Covid: ancora in crisi donne e giovani

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La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha presentato l’indagine basata sui dati Istat, nel terzo trimestre 2021, l’occupazione autonoma ha registrato un calo di 350 mila occupati rispetto allo stesso periodo del 2019. A risentirne di più, le donne, mentre tra i settori, quello più colpito, è il commercio con una perdita di oltre 190 mila autonomi. A penalizzare ancor di più questo mondo è la diversità di tutela rispetto al lavoro dipendente a tempo indeterminato.
Con il Focus sul lavoro autonomo del 21 gennaio 2022, la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro esamina i dati relativi al lavoro autonomo che fatica a ripartire ed è ancora molto lontano dai livelli pre-Covid-19, nonostante il timido incremento dell’1,3% registrato lo scorso novembre rispetto al mese di ottobre.

Lavoro autonomo

È quanto emerge dai dati Istat relativi al terzo trimestre del 2021, che mette in evidenza come, a fronte di un sostanziale recupero dell’occupazione di tipo dipendente, tornata ai livelli del 2019, il lavoro autonomo non riesca a invertire la tendenza, soprattutto tra le donne imprenditrici e i più giovani.
Il calo maggiore infatti si registra tra gli autonomi di età compresa tra i 40 e i 49 anni e nel settore del commercio seguito dall’industria e dall’area dei servizi tecnici e professionali. Il settore dell’edilizia, invece, registra un buono stato di salute, con un incremento del lavoro autonomo negli ultimi due anni del 2,8%.

Professionisti

Anche sotto il profilo professionale si registrano tendenze diverse. Le professioni tecniche sono quelle più impoverite con quasi 100 mila occupati in meno nell’ultimo biennio. I dati non sono più confortanti per le professioni intellettuali e ad elevata specializzazione: rispetto al 2019, infatti, si sono persi 73 mila lavoratori. A penalizzare ancor di più questo mondo è la diversità di tutela rispetto al lavoro a tempo indeterminato. Secondo l’indagine condotta ad aprile 2021 da Fondazione Studi e SWG, due autonomi su tre hanno dichiarato che la pandemia ha avuto un impatto negativo (51,8%) o molto negativo (14,9%) sul loro lavoro e il 53,5% ha affermato di aver registrato una riduzione del reddito.
“Le prospettive per i primi mesi del nuovo anno lasciano ampi spazi di incertezza a causa delle conseguenze economiche legate all’emergenza sanitaria”, dichiara Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. “C’è bisogno di avviare una seria riflessione attorno ai liberi professionisti perché è il lavoro autonomo a generare quello dipendente”. 
A cura della Redazione

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