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Contratto a tempo indeterminato o a termine: cosa conviene di più al datore di lavoro

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I contratti a termine rappresentano lo strumento più flessibile che viene incontro alle esigenze del datore di lavoro e del lavoratore, al ricorrere di specifiche fattispecie, anche se il rapporto di lavoro subordinato ha la sua forma comune nel contratto a tempo indeterminato. In merito al costo del lavoro occorre valutare che il rapporto di lavoro a tempo indeterminato può beneficiare di una serie di incentivi all'assunzione volti a ridurre il costo della contribuzione dovuta agli enti previdenziali e assistenziali. Per il contratto a tempo determinato vige invece l’obbligo per il datore di lavoro di versare un contributo addizionale pari all’1,40%, maggiorato dello 0,5 nel caso di rinnovo dei contratti a tempo determinato, anche in somministrazione. Qual tipologia contrattuale conveniente di più?

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