Lavoro e Previdenza Contro i rischi professionali

Assicurazioni per i professionisti: quali sono i vantaggi

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Per i professionisti, nel mutevole contesto economico odierno, diviene sempre più importante dotarsi di una copertura assicurativa. Ma contro quali eventi dannosi? In primo luogo, è possibile sottoscrivere le polizze di responsabilità civile che proteggono il patrimonio dai rischi professionali connessi al normale svolgimento dell’attività lavorativa. Di particolare valenza ancora le assicurazioni da perdita del lavoro che tutelano dalle conseguenze di un’imprevista perdita involontaria del posto lavorativo, attraverso l’erogazione di un indennizzo. Senza dimenticare le polizze Cyber risk che tutelano dal rischio di attacchi informatici. Di particolare rilevanza è poi l’area salute, nonché la necessità di attivare per tempo una integrazione pensionistica attraverso le forme pensionistiche complementari che si affianchi ai trattamenti previdenziali di base erogati dalle Casse dei liberi professionisti.
In uno scenario economico caratterizzato da una particolare mutevolezza e incertezza diviene sempre più importante dotarsi di un adeguato “ombrello protettivo” anche con riferimento alle attività libero professionali. Quali sono le possibili aree di copertura?

Coperture assicurativi utili

Così come evidenzia l’Ania vanno citate in primo luogo le polizze di responsabilità civile professionisti che proteggono il patrimonio dai rischi professionali connessi al normale svolgimento dell’attività lavorativa. Di particolare valenza ancora le assicurazioni da perdita del lavoro che tutelano dalle conseguenze di un’imprevista perdita involontaria del posto lavorativo, attraverso l’erogazione di un indennizzo, mentre le polizze Cyber risk tutelano dal rischio di attacchi informatici che possono compromettere i beni materiali (distruzione dei server, dei PC o altro device elettronico), i danni derivanti dal mancato utilizzo dei server (interruzione dell’attività lavorativa) e i danni da responsabilità civile a terzi (diffusione involontaria di dati sensibili, violazione della normativa sulla privacy).
E’ interessante riportare a tal proposito i dati contenuti nel recente Rapporto sulla Cybersecurity di Censis -IISFA secondo cui nel 2022 gli attacchi informatici a infrastrutture sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente: 138%. Tra il 2012 e il 2021, nell’arco di quasi dieci anni anche i reati informatici denunciati all’Autorità giudiziaria dalle Forze di Polizia sono raddoppiati (+155,2%) in controtendenza con l’andamento totale dei reati (-25,4%). In ambito lavorativo nel corso dell’ultimo anno il 20,6% degli occupati è stato testimone di almeno un problema informatico sul proprio luogo di lavoro e più nello specifico, il 12,8% ha sperimentato un sabotaggio e una sospensione dei servizi aziendali, l’11,7% un attacco informatico agli account social e al sito aziendale con danni conseguenti, il 10,3% una perdita di dati e informazioni a causa di un attacco informatico, infine il 9,1% un furto d’identità e di dati sensibili. Nel 2022 le imprese italiane con 10 e più addetti che hanno avuto un problema di sicurezza ICT sono state il 15,7%, (circa 30.000 unità in valore assoluto).

Copertura del rischio salute

Di particolare rilevanza è poi l’area salute. Va evidenziato in premessa come dalla recente indagine campionaria del Mefop emerge come previdenza e sanità (malattia/non autosufficienza) si confermano i due ambiti del welfare che destano maggiore preoccupazione, sia tra la popolazione (49% vs. 45%), sia tra gli occupati (46% vs. 41%). Nel 2012 gli occupati preoccupati delle problematiche sanitarie erano soltanto l’11%, i cittadini hanno acquisito coscienza del fatto che l’accesso a prestazioni sanitarie e assistenziali pienamente adeguate alle necessità dipenderà sempre più dalla disponibilità di risorse private, viene sottolineato.
In una recente audizione parlamentare la Banca d’Italia ha poi rimarcato come la spesa privata in Italia incide per quasi un quarto della spesa sanitaria complessiva (pari nel 2021 al 7,2 per cento del prodotto, ossia poco più di 2.160 euro pro capite). È costituita per circa il 90 per cento da esborsi out of pocket direttamente a carico delle famiglie e, per la quota residua, è intermediata da soggetti terzi (fondi sanitari, società di mutuo soccorso, casse, compagnie assicurative, istituzioni senza fini di lucro e imprese).
La spesa out of pocket delle famiglie italiane è particolarmente elevata nel confronto con la media europea (in base agli ultimi dati Eurostat è pari a circa 570 euro pro capite in Italia contro circa 470 nei paesi dell’Unione europea). Tra le possibili soluzioni vanno considerate sia le coperture sanitarie di tipo individuale che quelle offerte dalle rispettive Casse di previdenza in una prospettiva di “Welfare Assistenziale e Strategico”.
Come si legge nel Rapporto annuale dell’Adepp, alcune Casse, già nel 2007, al fine di ottimizzare le sinergie, produrre economie di scala e garantire prestazioni sanitarie integrative e trattamenti assistenziali, avevano costituito EMAPI (Ente di Mutua Assistenza per i Professionisti Italiani) ovvero un’associazione senza finalità di lucro e Fondo sanitario riconosciuto dal Ministero della Salute. In questi ultimi anni EMAPI (che conta dell’adesione di 12 Casse) ha assunto un ruolo sempre più importante coinvolgendo circa 1 milione di liberi professionisti a cui eroga prestazioni di Assistenza Sanitaria Integrativa, Long Term Care - LTC, Temporanea Caso Morte - TCM e copertura contro gli Infortuni.
In materia di salute, prosegue il Rapporto, le prestazioni offerte dalle Casse previdenziali vengono erogate mediante polizze assicurative, in autogestione, attraverso una rete convenzionata ma anche in modalità mista - copertura assicurativa e prestazioni erogate direttamente dalla Cassa. Inoltre, quasi tutte le Casse prevedono la possibilità di estendere le prestazioni ai pensionati, ai familiari, ai pensionati attivi e qualche Cassa prevede anche la possibilità che queste possano essere sottoscritte dai praticanti iscritti al relativo registro.
Si va dalla formula assicurativa base per grandi interventi chirurgici e gravi malattie, che accomuna, con qualche differenza, le diverse professioni, a un ampio ventaglio di estensioni e convenzioni aggiuntive che includono coperture integrative per prevenzione, verifiche e accertamenti diagnostici, ricoveri ospedalieri, long term care, nonché servizi extra ospedalieri (fisioterapia, logopedia, nutrizionista, psicologo, etc) e visite specialistiche.

Integrazione pensionistica

Last but not least vi è sicuramente la necessità di attivare per tempo una integrazione pensionistica attraverso le forme pensionistiche complementari che si affianchi ai trattamenti previdenziali di base erogati dalle Casse dei liberi professionisti. Secondo i dati contenuti nella recente Relazione annuale della Covip i lavoratori autonomi iscritti al 31 dicembre 2022 a fondi pensione e pip sono 1,169 milioni, l’1,5 per cento in più rispetto al 2021, per quasi la totalità concentrati nei PIP “nuovi” (677.000) e nei fondi aperti (421.000).
E’ opportuno ricordare, tra i diversi profili di vantaggio anche i notevoli benefici fiscali riconosciuti dall’ordinamento, dalla deducibilità dei contributi fino al limite annuo dei 5164,57 euro alla tassazione ridotta dei rendimenti al 20% rispetto al 26% delle altre rendite finanziarie fino alla imposizione agevolata delle prestazioni finali con ritenuta alla fonte del 15% che si riduce dello 0,30 per ogni anno di durata superiore al quindicesimo fino ad un minimo del 9.

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