La legge di Bilancio 2025 modifica i requisiti per l’accesso al pensionamento anticipato contributivo a 64 anni grazie all'inclusione della previdenza complementare ai fini del raggiungimento dell’importo soglia. Tuttavia, la stessa modifica rende il requisito di contribuzione ancora più severo per chi si avvale di questa facoltà, portandolo da 20 a 25 anni, a 30 anni dal 2030. Gli stessi lavoratori non potranno cumulare la pensione con i redditi di lavoro sino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia. Alla luce delle novità molti lavoratori dovranno quindi riconsiderare le loro strategie di uscita dal mercato del lavoro. Un esempio di calcolo può essere di aiuto.
La
pensione anticipata contributiva, disciplinata dall'
Questo simbolo indica la disponibilità del documento su One LAVORO
Clicca il link verde per accedere alla piattaforma
art. 24, comma 11 del
Questo simbolo indica la disponibilità del documento su One LAVORO
Clicca il link verde per accedere alla piattaforma
D.L. n. 201 del 2011 (Legge Fornero di Riforma delle pensioni) e recentemente aggiornata dalla legge di Bilancio 2024 (
Questo simbolo indica la disponibilità del documento su One LAVORO
Clicca il link verde per accedere alla piattaforma
L. n. 213/2023), rappresenta un'importante opportunità per i lavoratori italiani, specialmente per coloro che non hanno versato contributi prima del 31 dicembre 1995.
Ad oggi consente, infatti, di uscire dal lavoro a 64 anni, con un anticipo di 3 anni rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria (che, ad oggi, prevede un’età pensionabile di 67 anni) e con soli 20 anni di contributi (entrambi i requisiti sono adeguabili alla speranza di vita), più una finestra di accesso pari a 3 mesi.
Il trattamento è raggiungibile da tutti coloro che risultano privi di contribuzione al 31 dicembre 1995; chi risulta avere almeno un versamento collocato entro tale data, comunque, può avvalersi del trattamento pensionistico optando per il computo presso la gestione Separata (
Questo simbolo indica la disponibilità del documento su One LAVORO
Clicca il link verde per accedere alla piattaforma
art. 3
Questo simbolo indica la disponibilità del documento su One LAVORO
Clicca il link verde per accedere alla piattaforma
D.M. n. 282/1996).
Ad ogni modo, la maggior barriera all’accesso alla pensione anticipata a 64 anni risulta la previsione di un importo soglia minimo: se l’ammontare del trattamento risulta al di sotto della soglia, non sussiste il diritto a pensione.
La legge di Bilancio 2024 ha notevolmente inasprito le condizioni relative al riconoscimento della pensione anticipata contributiva, prevedendo, tra i vari aspetti, un innalzamento dell’importo soglia
. Una modifica introdotta durante l’iter di approvazione della
legge di Bilancio 2025, però, punta a diminuire l’impatto di tale requisito, facendo concorrere all’importo soglia l’ammontare dell’eventuale
pensione complementare spettante. Dall’altra parte, però, la stessa modifica rende il
requisito di contribuzione ancora più severo per chi si avvale dell’accesso agevolato, portandolo
da 20 a 25 anni, a
30 anni dal 2030. Ma procediamo con ordine.
Requisiti di accesso 2024
Per accedere alla pensione anticipata contributiva, i lavoratori devono soddisfare specifici requisiti:
- un'età minima di 64 anni;
-
almeno 20 anni di contribuzione, escludendo i periodi figurativi; i lavoratori possono raggiungere questo requisito anche attraverso il cumulo contributivo previsto dall'
Questo simbolo indica la disponibilità del documento su One LAVORO
Clicca il link verde per accedere alla piattaforma
art. 1, comma 1 del
Questo simbolo indica la disponibilità del documento su One LAVORO
Clicca il link verde per accedere alla piattaforma
D.Lgs. n. 184/1997; al cumulo possono concorrere, ai fini del diritto a pensione, anche i versamenti effettuati presso le gestioni previdenziali dei liberi professionisti, ma considerando solo le casse previdenziali che calcolano le pensioni con sistema interamente contributivo;
- l’assenza di contributi anteriori al 1996; chi risulta avere almeno un contributo al 31 dicembre 1995 può raggiungere la prestazione attraverso il computo presso la gestione Separata, accettando quindi il ricalcolo contributivo dello “spezzone” anteriore al 1996, ma deve rispettare i requisiti per il computo (almeno 15 anni di contributi complessivi, almeno un contributo ma meno di 18 anni di versamenti al 31 dicembre 1995, almeno 5 anni di versamenti dal 1996 in poi, almeno un mese di contribuzione accreditato presso la gestione separata dell'INPS);
- l'assegno mensile deve essere almeno pari a 3 volte l'assegno sociale, che corrisponde a 1.603,23 euro lordi (valore 2024); per le donne con un figlio, la soglia è pari a 2,8 volte, mentre scende a 2,6 volte per le donne con due o più figli.
Per la liquidazione della pensione, è necessaria l'attesa di una finestra mobile pari a tre mesi.
L'importo della pensione non può superare 5 volte il trattamento minimo, fissato attualmente a 2.993,05 euro mensili lordi. Questo limite è applicabile fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia ordinaria (67 anni) e rappresenta un’altra novità significativa introdotta dalla Manovra 2024, rispetto alle normative precedenti.
Nuovi requisiti di accesso 2025
In base alla modifica introdotta durate l’iter di approvazione della legge di Bilancio 2025, dal prossimo anno i requisiti di soglia e contribuzione dovrebbero variare (salvo modifiche dell’ultimo minuto precedenti all’entrata in vigore della Finanziaria).
In particolare:
- per quanto concerne l’importo soglia, concorrerebbe a raggiungere il suo importo anche la rendita eventualmente spettante dalla previdenza complementare: in sostanza, considerando un lavoratore avente diritto a una pensione di per sé insufficiente per raggiungere l’importo soglia minimo, laddove lo stesso lavoratore vanti un montante contributivo, accreditato presso un fondo di previdenza complementare, idoneo a generare una rendita integrativa almeno pari alla differenza tra l’importo soglia e la pensione Inps spettante, l’interessato raggiungerebbe comunque il diritto al pensionamento a 64 anni.
Facciamo un esempio per capire meglio, ipotizzando che l’importo soglia valido nel 2025, pari a 3 volte l’assegno sociale, sia aumentato in base alla perequazione dello 0,8%, quindi ammonti a 1.616,06 euro mensili.
Consideriamo un lavoratore avente diritto:
- a una pensione anticipata contributiva INPS, a 64 anni e 3 mesi, pari a 1.300 euro;
- a un montante dei contributi accreditati presso il fondo di previdenza complementare che dia luogo a una rendita stimata in misura pari a 350 euro al mese;
- sommando la rendita integrativa alla pensione Inps superiamo l’importo soglia minimo utile alla pensione anticipata contributiva;
- pertanto, anche se la pensione erogata dall’INPS non supera l’importo minimo, il diritto alla pensione sussisterebbe ugualmente, grazie alla previdenza complementare.
Per chi si avvale di tale facoltà, però:
- il requisito contributivo, dal 2025, passa a 25 anni e viene ulteriormente aumentato a 30 anni dal 2030;
- non è possibile lavorare sino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia: in sostanza, i redditi di pensione risulteranno incompatibili con i redditi di lavoro, salvo compensi derivanti da lavoro autonomo occasionale sino a 5.000 euro lordi annui.
Inoltre, dal 2030, per tutti, l’importo soglia salirà a 3,2 volte l’assegno sociale,
Le criticità della misura e la pianificazione previdenziale
La pensione anticipata a 64 anni rappresenta un'opzione di flessibilità in uscita significativa per i lavoratori italiani, ma le nuove disposizioni legislative introducono sfide aggiuntive.
Con l'aumento dei requisiti contributivi e l'inclusione della previdenza complementare ai fini del raggiungimento dell’importo soglia, molti lavoratori dovranno riconsiderare le loro strategie di uscita dal mercato del lavoro.
Le nuove modifiche impongono una riflessione importante in merito alla pianificazione previdenziale: sino allo scorso anno, i trattamenti pensionistici introdotti dalla legge Fornero erano considerati stabili e immodificabili, risultando di per sé sufficientemente severi.
Con l'avvicinarsi del picco massimo di pensionamenti, che verosimilmente andrà dal 2030 al 2038, si inizia a rivedere ciò che prima era considerato intoccabile. Per questo motivo, il lavoro del consulente previdenziale non può essere considerato un intervento una tantum, ma deve risultare continuativo nel tempo, con una revisione almeno annuale in relazione alle uscite possibili.
Copyright © - Riproduzione riservata
Per accedere a tutti i contenuti senza limiti abbonati a
IPSOA Quotidiano Premium
1 anno
€ 118,90
(€ 9,90 al mese)
Primi 3 mesi
€ 19,90
poi € 35,90 ogni 3 mesi