Fisco L’intervista a…

Ernesto Maria Ruffini: riforma fiscale all’insegna della semplificazione

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“Senza alcun dubbio, la riforma fiscale deve puntare sulla semplificazione. Il fisco italiano si compone di una vera e propria giungla di 800 leggi, frutto di stratificazioni progressive avvenute negli anni. È ora il momento di riprendere il bandolo della matassa e rimettere ordine in un sistema che proprio la numerosità delle norme rende ostico ai cittadini onesti, agevolando invece l’evasore che vuole nascondersi. La riforma fiscale è un’occasione formidabile per questo ripensamento generale”. Ernesto Maria Ruffini, Direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, anticipa a IPSOA Quotidiano i temi che verranno trattati nel corso del 9° Forum One FISCALE dedicato a “La Riforma Fiscale per la ripartenza del Paese”, organizzato da Wolters Kluwer in collaborazione con ANDAF, oggi in live streaming.
“La Riforma Fiscale per la ripartenza del Paese” è il tema del 9° Forum One FISCALE, oggi in live streaming dalle 10 alle 16. Nel corso dell’evento verranno analizzati i pilastri della riforma del fisco:
- maggiore efficienza del sistema impositivo,
- riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione,
- razionalizzazione del sistema tributario mantenendone la progressività,
- eliminazione dei micro-tributi;
- riduzione dell'evasione fiscale.
Di questo (e di altro) abbiamo parlato con il Direttore generale dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.
Durante questo lungo periodo in cui si è fatto sentire maggiormente l’effetto dell’epidemia da Coronavirus, quali sono state le maggiori criticità che l’Agenzia delle Entrate ha dovuto affrontare per garantire la continuità dell’attività sul territorio?
Il primo periodo successivo alla dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria ha richiesto davvero un grande impegno e l’Agenzia è riuscita a garantire i servizi ai cittadini e un minimo di presidio degli uffici con quasi tutto il personale, oltre 30mila dipendenti in tutta Italia, in smart working. Un risultato che è stato possibile perché avevamo intrapreso un percorso di progressiva digitalizzazione dei servizi offerti ai cittadini, con un consistente pacchetto di prestazioni accessibili online già molto utilizzato: durante la pandemia l’80% delle prestazioni è stato erogato così.
Non bisogna però dimenticare che per noi non si è trattato solo di proseguire la nostra normale attività, ma anche di svolgere un ruolo inedito di “Agenzia delle uscite”, come qualcuno l’ha ribattezzato: ovvero garantire l’attuazione delle misure di sostegno economico alle varie categorie colpite dal lockdown. Anche in tal caso l’infrastruttura tecnologica ci ha consentito di riuscire ad accreditare in tempi brevissimi i contributi a fondo perduto direttamente sui conti correnti: in media nell’arco di dieci giorni appena dalla presentazione della richiesta. Nel complesso da giugno 2020 a metà 2021 l'Agenzia ha erogato più di 20 miliardi a 3 milioni e mezzo di soggetti, fra professionisti, commercianti e imprese.
Insomma, con un impegno collettivo, di cui ringrazio ancora oggi tutti i colleghi, siamo riusciti a garantire l’operatività reinventando il nostro modo di lavorare e di rapportarci con i contribuenti.
Grazie anche agli investimenti in tecnologie e innovazione già attuati in precedenza, l’emergenza sanitaria ha rappresentato un’occasione per accelerare la trasformazione digitale e contribuito a incrementare il ricorso dei cittadini agli strumenti informatici.
L’Agenzia di oggi non è più quella di inizio pandemia e non tornerà mai ad esserlo. La presenza degli sportelli fisici sul territorio è sempre garantita e, anzi, resa più semplice da un sistema più efficiente di prenotazione degli appuntamenti. Ma per gran parte delle situazioni per cui è necessario interagire con l’Agenzia è sufficiente mandare una mail, prenotare una consulenza telefonica o collegarsi al sito istituzionale.
Il PNRR rappresenta un appuntamento di importanza storica per la ripresa dell’economia. Quale pensa sia il ruolo cruciale dell’Agenzia delle Entrate per contribuire al suo successo?
Il PNRR prevede importanti obiettivi di riduzione del cosiddetto tax-gap, da realizzare attraverso un potenziamento delle capacità tecnologiche e degli strumenti di analisi di rischio. D’altronde l’evasione e le frodi avvengono ormai attraverso modalità molto raffinate e complesse che le tecniche tradizionali non sempre riescono a intercettare tempestivamente. Proprio per questo abbiamo presentato un progetto, che sarà finanziato con fondi europei all’interno dei programmi a supporto delle riforme strutturali, basato essenzialmente sull’intelligenza artificiale.
L’obiettivo è di individuare i soggetti ad alto rischio di frodi fiscali mediante software specialistici e piattaforme avanzate di analisi dei dati capaci di gestire in maniera massiva e digitalizzata le informazioni di cui disponiamo, naturalmente nel doveroso rispetto del contraddittorio.
Inoltre, per restare in ambito di PNRR, un altro fronte su cui le Entrate potranno fornire il proprio contributo è il “materiale umano”, il cui ruolo, anche in un’epoca tecnologica come la nostra, resta pur sempre determinante: c’è bisogno di personale qualificato per assicurare prestazioni sempre migliori ai cittadini.
L’assunzione di nuovo personale ci consentirà in primo luogo di ridurre le carenze di organico e di ringiovanire significativamente l’età media di quanti prestano il loro servizio in Agenzia. Inoltre, abbiamo previsto l’assunzione di nuove figure professionali per rafforzarci anche dal punto di vista “qualitativo”: esperti in fiscalità internazionale, ingegneri e data scientist. Al giorno d’oggi servono competenze sempre più avanzate e integrate fra loro per analizzare in modo efficace i big data.
Nella riforma fiscale appena varata, su cosa si deve maggiormente puntare?
Senza alcun dubbio sulla semplificazione. Il fisco italiano si compone di una vera e propria giungla di 800 leggi, frutto di stratificazioni progressive avvenute negli anni.
È ora il momento di riprendere il bandolo della matassa e rimettere ordine in un sistema che proprio la numerosità delle norme rende ostico ai cittadini onesti, agevolando invece l’evasore che vuole nascondersi. La riforma fiscale è un’occasione formidabile per questo ripensamento generale.
La legge delega è stata il primo passo e spetta ora al legislatore riempirla di contenuti.
L’auspicio è quello di una riforma che sia ampiamente condivisa e quindi in grado di fissare regole che sappiano avere stabilità nel tempo. Da parte dell’Agenzia c’è la piena volontà di fare la propria parte quando sarà il momento di “mettere a terra” le scelte che verranno effettuate.
Il rapporto Fisco-contribuente è da sempre al centro dell’attività dell’Agenzia delle Entrate. Quanto è stato fatto sino ad oggi e, soprattutto, quanto ancora c’è da fare per rendere questo rapporto ancor più semplice e trasparente?
Il fisco ha davvero cambiato volto grazie al digitale, abbiamo assistito a innovazioni inimmaginabili fino a pochi anni fa. Pensiamo alla dichiarazione dei redditi precompilata sulla base delle informazioni già in possesso dell’amministrazione finanziaria: una incredibile semplificazione per 21 milioni di contribuenti che trovano già pronto il proprio modello nella loro area riservata sul sito dell’Agenzia. Adesso è il turno degli autonomi e delle imprese, con una ulteriore novità che interesserà in via sperimentale altri 2 milioni di contribuenti: dalla scorsa estate sono disponibili le bozze dei registri IVA e delle comunicazioni delle liquidazioni periodiche e, a partire dal nuovo anno, sarà resa disponibile anche la bozza della dichiarazione annuale IVA.
Senza dimenticare la fattura elettronica, che permette di acquisire i dati personali attraverso un semplice QR code e allo stesso tempo consente all’Agenzia di contrastare più efficacemente le frodi; oppure gli scontrini elettronici, che grazie alla precompilazione dei documenti Iva possono liberare gli operatori economici dalla tenuta dei relativi registri, in quanto i dati vengono inviati direttamente all’Agenzia.
Al tempo stesso, proprio per effetto dell’innovazione tecnologica, le Entrate sono divenute sempre più una “agenzia di servizi” che, oltre a gestire la riscossione dei tributi, forniscono numerose prestazioni a distanza che interessano la vita di ogni giorno: certificato di attribuzione del codice fiscale e della partita IVA, tessera sanitaria, richieste di rimborso, dichiarazioni di successione, registrazione dei contratti di locazione, consultazione delle banche dati catastali e ipotecarie, solo per citarne alcune. Ormai per fare tutto questo è sufficiente collegarsi dal proprio computer, tablet o smartphone. Anche la consegna di documenti, che in media portava 2 milioni di contribuenti l’anno a recarsi allo sportello, da quest’estate si può fare da remoto. Prossimamente, sempre con l’intenzione di semplificare la vita ai contribuenti, introdurremo un servizio che per Agenzia delle Entrate-Riscossione è già disponibile in via sperimentale: la possibilità di fare una video-chiamata con un funzionario, evitando di recarsi in un ufficio.
Insomma, il fisco si è avvicinato molto ai contribuenti cercando di semplificare loro la vita: pagare le tasse non dev’essere una corsa a ostacoli, anche perché un sistema più semplice aiuta il livello di adesione spontanea. Aver puntato sulla digitalizzazione, infatti, ha comportato fra l’altro un significativo aumento del gettito fiscale, perché c’è la consapevolezza che comportamenti sleali possono essere scoperti con maggiore facilità del passato, e una significativa riduzione del tax gap dei principali tributi: la sola introduzione della fatturazione elettronica ha comportato un extra-gettito di oltre 2 miliardi e mezzo in più l’anno senza dover svolgere alcun controllo.
Siamo consapevoli che l’Agenzia è un’interfaccia sempre più frequente per i cittadini ed è anche per questo che stiamo cercando di promuovere un nuovo tipo di rapporto. La digitalizzazione è solo un aspetto e rientra nell’ambito di un nuovo modello di rapporto coi cittadini che definirei “dialogante”. Faccio un esempio: se ci sono incongruenze nel pagamento delle tasse, anziché avviare un accertamento vero e proprio, come primo passo l’Agenzia avvisa i contribuenti con una lettera spedita a casa e questo consente a molti di provvedere a regolarizzare subito la loro posizione. Mi sembra un atteggiamento corretto, perché occorre confrontarsi senza presunzione con chi, magari in buona fede, commette un errore nel compilare un modello o indicare un importo. In questo modo, fra l’altro, l’Agenzia può concentrarsi sui profili e le attività realmente a rischio.
Coniugare la semplificazione e l’innovazione digitale costituisce dunque la chiave di volta per “ribaltare” il rapporto tra fisco e contribuenti, improntandolo alla collaborazione e alla trasparenza. D’altra parte, se il futuro passa dal continuo sviluppo dei servizi online, dobbiamo continuare a investire sul sentiero di un’innovazione digitale a misura di cittadino.

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