Uno dei settori già pienamente interessati dalla rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale è il recruiting aziendale, seguito dalle nuove pratiche di onboarding e dalla gestione del personale. Le modalità di ricerca e selezione del personale, di inserimento in azienda e di gestione continuativa della sua crescita sono radicalmente cambiante. In questo articolo approfondiremo il primo aspetto, quindi le nuove modalità di ricerca e selezione del personale.
Coinvolgiamo in questo argomento, così attuale e importante, la Dott.ssa Elisabetta Di Fede, HR Manager di Boheringer, intervistata per la ventitreesima puntata del podcast Capitale umano da Mario Alberto Catarozzo.

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Immaginate di poter identificare i candidati migliori per la vostra azienda in una frazione del tempo che impiegavate prima, grazie a strumenti come l'Intelliegnza Artificiale (AI) che analizzano competenze, esperienze e persino sfumature comportamentali.

Sembra fantascienza?

In realtà, è già operativa questa nuova modalità per molte imprese all'avanguardia, sia multinazionali che PMI dove la Direzione del personale ha già introdotto le nuove tecnologie per snellire processi in buona parte ripetitivi e time consuming.
L'AI, in buona sostanza, sta cambiando il volto del recruiting, rendendo il processo di selezione molto più rapido ed efficiente.

Cerchiamo dunque di capire quali sono gli strumenti disponibili, quali benefici offrono e quali potenziali rischi tenere in considerazione. Inoltre, forniremo consigli pratici per le aziende che desiderano integrare queste tecnologie nel proprio processo di selezione.

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Elisabetta Di Fede

L’impatto dell’intelligenza artificiale sul recruiting

La digitalizzazione ha aperto le porte a nuove metodologie nel campo del recruiting.

L'AI, in particolare, sta emergendo come uno strumento raffinato e prezioso a disposizione degli HR manager e dei selezionatori delle risorse umane. Grazie ad algoritmi di machine learning e strumenti sofisticati, è possibile oggi automatizzare molte delle fasi più dispendiose – e spesso anche noiosedel processo di selezione.

Come sottolinea la dottoressa Elisabetta Di Fede, HR Business Partner e People Grow Manager di Boheringer Italia – che abbiamo incontrato e di cui trovate l’intervista completa nel podcast abbinato a questo articolo – l'AI può offrire un supporto significativo nella scrematura delle candidature, nella gestione delle interviste e persino nell'analisi comportamentale dei candidati attraverso video-interviste avanzate.

Ma cosa comporta tutto questo in pratica? Significa che i sistemi basati sull'AI non si limitano più a filtrare i CV per parole chiave, come avveniva in passato. Ora possono analizzare in profondità competenze ed esperienze, identificando i profili che meglio si allineano con le esigenze specifiche dell'azienda.

Questo processo automatizzato affidato all’Intelligenza Artificiale libera tempo prezioso per i recruiter, che possono concentrarsi su aspetti molto più strategici e relazionali. Come abbiamo sottolineato in altri contributi presenti su questo magazine, il ruolo dell’HR manager sta passando da selezionatore e gestore di persone a partner strategico nelle decisioni aziendali a tutto tondo.

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Gli strumenti di intelligenza artificiale nel processo di selezione

Nel panorama tecnologico attuale, esistono già diversi strumenti basati sull'AI che stanno modificando le procedure di recruiting e supportano il lavoro dei recruiter, vediamo i principali:
Applicant Tracking Systems (ATS) avanzati: questi sistemi gestiscono i CV in modo automatizzato, analizzando le candidature con intelligenza (appunto). A differenza degli ATS tradizionali, che spesso si limitavano a un semplice matching di parole chiave, gli ATS basati sull'AI valutano competenze ed esperienze con una precisione superiore, riducendo significativamente i tempi di screening
Chatbot per la gestione dei candidati: strumenti come Mya  e Olivia interagiscono con i candidati nelle prime fasi del processo di selezione. Rispondono a domande frequenti, raccolgono informazioni aggiuntive e aiutano a organizzare le interviste. Questi chatbot mantengono una comunicazione continua e fluida con i candidati, migliorando la loro esperienza e riducendo il carico di lavoro per il team HR. Mya è un chatbot dotato di AI sviluppato da Mya Systems, ora parte di StepStone dopo l'acquisizione nel 2021, progettato specificamente per il recruiting, che interagisce con i candidati attraverso conversazioni naturali, automatizzando molte delle fasi iniziali del processo di selezione. Olivia è un assistente virtuale di recruiting sviluppato da Paradox, che utilizza l'intelligenza artificiale conversazionale per semplificare e automatizzare le interazioni con i candidati, migliorando sia l'efficienza del team HR, che l'esperienza dei candidati.
-Strumenti di video-intervista con analisi comportamentale: esistono software che vanno ben oltre la “semplice” videochiamata. Questi software utilizzano l'AI per analizzare il linguaggio verbale, il tono della voce e le espressioni facciali dei candidati, permettendo ai recruiter una visione più completa delle capacità comunicative e della personalità degli stessi, aggiungendo un ulteriore livello di approfondimento all'analisi tradizionale.


L'AI non sostituirà i recruiter: il ruolo insostituibile del tocco umano

Nonostante le enormi potenzialità dell'AI, ci sono aspetti del recruiting che richiedono inevitabilmente l'intuizione e la sensibilità umana.

Come afferma la dottoressa Di Fede, valutare la compatibilità culturale di un candidato, comprenderne le motivazioni personali e intuire il suo potenziale di crescita sono compiti che vanno oltre ciò che un algoritmo può offrire.

Il contatto umano permette di creare un'esperienza di selezione empatica e coinvolgente. I candidati spesso apprezzano la possibilità di confrontarsi direttamente con un professionista, sentendosi ascoltati e valorizzati. Questo rapporto di fiducia è fondamentale non solo per attrarre i migliori talenti, ma anche per costruire una reputazione aziendale positiva.

In sostanza, l'AI non sostituisce i recruiter, ma li affianca. Automatizza i compiti più ripetitivi, permettendo ai professionisti delle risorse umane di dedicarsi a ciò che sanno fare meglio: costruire relazioni e prendere decisioni strategiche basate su una comprensione profonda delle persone.

I rischi dell'intelligenza artificiale nel recruiting: bias algoritmici e dipendenza dalla tecnologia

L'adozione dell'AI nel recruiting porta con sé anche alcune criticità che è importante valutare.

Una delle principali riguarda i bias algoritmici. Gli algoritmi apprendono dai dati storici e, se questi dati contengono pregiudizi, l'AI può inconsapevolmente perpetuarli. Ad esempio, se in passato un'azienda ha assunto prevalentemente uomini per ruoli tecnici, un algoritmo addestrato su questi dati potrebbe favorire candidati maschi, escludendo donne altrettanto qualificate.

Un altro rischio è l'eccessiva dipendenza dalla tecnologia. Affidarsi completamente all'AI può rendere il processo di selezione troppo meccanico, rischiando di perdere quelle sfumature personali che rendono unica ogni candidatura. Inoltre, un sistema automatizzato potrebbe non essere in grado di adattarsi a situazioni particolari o di riconoscere potenziali nascosti in un candidato con un percorso atipico.

È quindi fondamentale mantenere un equilibrio, utilizzando l'AI come strumento di supporto, ma non come sostituto del giudizio e dell’operato umano.

Come implementare l’AI nel processo di recruiting: consigli pratici per le PMI

Per le piccole e medie imprese (PMI) che desiderano integrare l'AI nel processo di selezione, ecco alcuni suggerimenti pratici che riteniamo possano essere utili per intraprendere la strada della automazione intelligente di alcune fasi del processo di recruiting:

-Iniziare dalle attività più ripetitive: si parte con l’automatizzare le fasi che richiedono più tempo e risorse, come la scrematura iniziale dei CV o la pianificazione delle interviste. Questo vi permetterà di sperimentare i benefici dell'AI senza stravolgere completamente il vostro processo.
Investire nella formazione del personale HR: assicuratevi che il vostro team sia preparato a utilizzare gli strumenti di AI. La formazione dovrebbe coprire sia gli aspetti tecnici che quelli etici, aiutando i recruiter a comprendere quando intervenire manualmente e come interpretare i risultati forniti dall'AI.
Mantenere un approccio equilibrato: l'IA è uno strumento potente, ma non è una bacchetta magica. Continuate a valorizzare il contatto umano e utilizzate la tecnologia per potenziare, non sostituire, le vostre capacità. Ricordate che ogni candidato è una persona unica, non solo un insieme di dati.

Il futuro del recruiting: un’alleanza tra uomo e macchina

Guardando avanti, è chiaro oramai che il futuro del recruiting sarà caratterizzato da una collaborazione sempre più stretta tra intelligenza artificiale e competenze umane. Gli strumenti di AI diventeranno sempre più sofisticati, aiutando i recruiter a prendere decisioni informate e basate su dati approfonditi.

Tuttavia, la componente umana rimarrà insostituibile. La capacità di creare connessioni, di comprendere le ambizioni di un candidato e di valutare la compatibilità con la cultura aziendale sono aspetti che richiedono empatia e intuizione.

Per i professionisti delle risorse umane, questo significa considerare il cambiamento, investendo nella formazione continua e sviluppando nuove competenze. Significa anche riconoscere il valore unico che possono apportare, integrando la tecnologia con la loro esperienza e sensibilità.

L'intelligenza artificiale offre opportunità straordinarie per migliorare il processo di recruiting, a condizione che sia gestito con equilibrio e maestria. È essenziale adottare queste tecnologie con consapevolezza, prestando attenzione ai rischi legati ai bias e all'automazione eccessiva.

Le aziende, e in particolare le PMI, possono trarre grandi benefici dall'integrazione dell'AI se mantengono al centro del processo la dimensione umana.

L'AI, dunque, non è una minaccia per i recruiter, bensì un potente alleato, perché insieme, uomo e macchina, possono affrontare con successo le sfide del mercato del lavoro moderno, costruendo team performanti e competitivi.


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